Un Weekend in Norvegia con 3 fotografie

Un Weekend in Norvegia con 3 fotografie

Come tutti gli anni, a Natale, ero in difficoltà sulla scelta per il regalo giusto da fare a Giulia, la mia ragazza. 

Un giorno leggo un articolo su un ristorante davvero futuristico che si trova in Norvegia.

Questo ristornate, famoso per essere costruito sott’acqua, sorge (o forse meglio dire “si immerge”) nelle acque della penisola più a sud di tutta la Norvegia, la penisola di Lindesnes.

Inizio a cercare voli per la Norvegia e i primi controllati sono quelli per Oslo. 



Mi accorgo quasi subito che, avendo a disposizione un solo weekend, il tempo per recarsi a Lindesnes da Oslo è troppo lungo (circa 5 ore di macchina). 

Trovo la soluzione con un volo per Stavanger, cittadina norvegese affacciata sui fiordi del sud della Norvegia. 

Dista solo 2 ore e 30 dal ristorante, aggiudicato!

Informandomi su cosa vedere a Stavanger mi rendo conto che siamo vicini ad uno dei trekking più famosi di tutto il Nord Europa, la risalita al Preikestolen, la famosa “Pulpit Rock”. Falesia di granito che si affaccia a strapiombo di 600 mt. su un fiordo.

Weekend deciso e voli prenotati, si parte!

1. Il faro più antico della Norvegia

Arrivati a Stavanger ci dirigiamo verso sud, in direzione della penisola di Lindesnes, dove sorge, oltre al Ristorante Under, il faro più antico di tutta la Norvegia, il faro di Lindesnes.

Questo faro costruito nel 1656, è arroccato sulla scogliera più a sud della Norvegia. 

Decidiamo di visitarlo.

Arrivati, ci rendiamo subito conto, di essere in un luogo davvero suggestivo. Questa zona della Norvegia è caratterizzata da basse colline e infiniti fiordi. 

Da questo promontorio ti rendi conto di come è fatto tutto il paesaggio circostante. 

Vedendolo per la prima volta, il mio cervello cerca di collocarlo in luoghi già visti in qualche fotografia o documentario, e mi accorgo della somiglianza con un altro posto che voglio assolutamente vedere in Norvegia, le Isole Lofoten. 

L’unica differenza? Le montagne a strapiombo sull’acqua, caratteristiche delle Lofoten.

Nel momento preciso in cui siamo sotto il faro, il vento è fortissimo. Mi sarebbe piaciuto far volare il drone, ma era impossibile.


Mia mamma è davvero appassionata di fari, le piacciono moltissimo, e penso di capirne il motivo. Hanno un fascino romantico. Sono legati al mare, alle storie di moltissime persone che percorrono ogni giorno i mari. 

In loro ritrovo un simbolo di speranza, e vederli mi da tranquillità. 

Spesso sono posizionati in luoghi duri e remoti e, per noi umani, rendono vivo un luogo normalmente molto estremo e difficile.

È per questo che decido di fare una fotografia al faro, per poterla poi stampare come fine art e regalarla a mia madre.

Cerco l’angolatura giusta, faccio un po’ di prove e alla fine trovo il punto giusto.

Dal mio punto di vista, però, manca qualcosa che faccia capire la profondità e di conseguenza la dimensione reale del faro. 

Chiedo quindi a Giulia di prestarsi come soggetto e le chiedo di mettersi in un punto ben preciso per creare una composizione che avesse un bel movimento. 

Un antico faro del Sud

Questa fotografia sarà per sempre un bel ricordo di quel luogo. 

Specie se appesa in casa di mia mamma.

2. Una cena stellata sott’acqua

Come detto ad inizio articolo, il motivo del viaggio è nato da un regalo fatto a Giulia a Natale.

La cena in questo ristorante, Under, il cui nome, tradotto dal norvegese, significa meraviglia/meraviglioso, per noi era un momento davvero speciale.

Personalmente amo l’architettura, sopratutto quella che si fonde con la natura e col paesaggio del luogo in cui si trova.

Under ne è la perfetta rappresentazione. 

Appena entrati veniamo accolti da uno dei proprietari, il quale ci racconta la storia del ristorante. Per farlo hanno usato solo ed esclusivamente materie prime locali, e gli artigiani coinvolti nella costruzione erano tutte persone del posto.

La loro idea (da appassionati sub) era di far vivere, a tutti i loro ospiti, l’esperienza di mangiare sul fondale marino di un fiordo. 

L’attenzione della cucina ai prodotti locali e stagionali è totale. 

Parlando di fotografia, durante la serata ho avuto modo di scattare diverse immagini della struttura. 



Se però avete già letto dei miei articoli, o se mi seguite su YouTube, saprete bene che non mi piace fermarmi a ciò che viene sempre visto da tutti.

Le cose che mi colpiscono sono le reazioni delle persone, i sentimenti e ciò che li fa scaturire o ciò che, grazie ad una mia immagine può farne scaturire di nuovi.

È per questo che ho deciso di parlarvi di una fotografia in particolare. 

Durante tutta la cena gli sguardi dei presenti sono rivolti alla parete in fondo alla sala, la parete che da pavimento a soffitto si affaccia sul fondale marino. 

Alle 21.00 circa accendono delle luci che illuminano l’acqua. 

Dopo poco iniziano ad apparire tantissimi puntini bianchi, che si spostano lentamente e si muovono nel blu del mare del nord.

Una signora si alza a fotografarli, e dopo averla ritratta decido di scattare anche io il protagonista di tale spettacolo, il plancton.

Cena stellata sott’acqua

Quest’immagine mi ricorda, con molta fantasia, un cielo stellato, per questo ho deciso di chiamare questa fotografia, col collegamento al fatto che il ristorante ha una Stella Michelin, “Cena stellata sott’acqua”.

3. Camminare sul vuoto

Il giorno successivo ci dirigiamo a nord, verso il Preikestolen. Dopo un paio di ore di strada e un traghetto arriviamo al parcheggio all’inizio del sentiero che porta alla famosa “Pulpit Rock”.

Iniziamo a camminare e dopo un’ora e mezza di gradoni e scalini arriviamo alla parte finale del sentiero.

Questo tratto del percorso è il vero cuore della gita alla famosa roccia che si affaccia sul fiordo.

Per me camminare a più di 600 metri di altezza con al di sotto un fiordo è stato impagabile. 



Mi rendo conto di voler trasmettere questa sensazione con un’immagine. 

Noto che in alcuni punti del sentiero la roccia è spaccata, e attraverso la fessura si vede il fiordo.

Decido di fotografare qualcuno che cammina proprio su quella spaccatura. 

Mi giro e noto subito un ragazzo vestito da trekking che viene verso di me. Passa esattamente dove mi serve e..

Click.

Camminare sul vuoto

Questa fotografia per me rappresenta la voglia di raccontare un posto in modo diverso da come lo si vede sempre rappresentato.

Viviamo in una società che è piena di immagini. 

Personalmente quando vado in un posto nuovo lo cerco prima online. 

Mi appaiono migliaia di immagini uguali dello stesso posto. Però queste immagini mi sono utili, perchè se viste con occhio critico possono aiutare a scegliere una posizione di scatto. Un punto di vista di quella scena.

Le immagini del Preikestolen sono tutte molto simili, e pure io ne ho scattate parecchie di quel tipo, una è la copertina dell’articolo. 

Ma la fotografia che ritengo più importante di quella sessione fotografica è proprio questa. 

Il motivo è che mi racconta qualcosa di diverso, qualcosa che tutti hanno sotto gli occhi ma che nessuno fotografa.

Se volete vedere la storia completa del weekend ho girato un vlog che trovate sul mio canale YouTube.

Se andate a vederlo dopo aver letto questo articolo vi chiedo di lasciare un commento con scritto “Arrivo dal Blog!”, e mi raccomando, iscrivetevi al canale !